Zero Shakespeare, molto Coldplay. Niente Panico, Taranto!

Zero Shakespeare, molto Coldplay. Niente Panico, Taranto!

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Molto rumore per nulla. Nessun bisogno e tantomeno alcuna volontà di scomodare il drammaturgo per eccellenza (con la e piccola ndr). Riposi pure in pace all’interno della Holy Trinity Church di Stratford-upon-Avon. Per l’Eccellenza Pugliese, (anche se con la E maiuscola, stavolta) proprio non ne vale la pena.

La rumorosa stecca di Acquaviva rimescola tutto senza però dire nulla di nuovo. Da una parte abbatte certezze che forse non erano tali, dall’altra permette di capire meglio cosa inserire all’interno del necessaire per il proseguo del viaggio, sottolineando con la matita blu passaggi già chiari agli occhi di tutti: a questa squadra manca qualcosa e non è solo l’attaccante.

L’alchimista, anche se bravo avrebbe avuto problemi ad indentificare la formula precisa, si perché la sconfitta contro l’Acquaviva è un po’ di più di unUn pomeriggio storto, ma certamente molto meno della solita tragedia (magno) greca.
“L’utile tonfo” rimette determinati tasselli al proprio posto, evidenziando in questo momento lacune che però nei ragionamenti di chi “governa” erano certamente chiare già prima della gara contro i baresi.
Il ko richiama all’ordine l’ ambiente, la stampa e la squadra riportando tutti con i piedi per terra dopo la breve parentesi di giuggiole, culminata nell’esaltazione della resilienza jonica del Fanuzzi.

I numeri che mai mentono, parlano più della pancia e del cuore: quel Taranto nato in straritardo il sette agosto è primo. Primo, al pari di chi programma la stagione da giugno e di chi conosce bene pregi e difetti di questo inferno nel quale noi dobbiamo essere di passaggio.

Quel Taranto fa venti punti in nove gare; fa registrare la prima sconfitta in campionato al 19 di ottobre (quasi due mesi dopo l’esordio), ha un calendario fittissimo alle spalle ed un altro ancor più folto d’impegni a venire ma anche una rosa che necessita di essere implementata e qualitativamente migliorata.

Ora, definitele pure attenuanti generiche se preferite, la somma degli addendi di cui sopra dovrebbe portare in un’unica direzione che non è quella del “tuttapposto” ma nemmeno quella degli isterismi collettivi. Urge dose immediata di moderazione, serve però essere mentalmente ripuliti delle paure del passato tossico, per poter valutare serenamente ciò che accade. Restando tutti vigili stavolta.

Va compresa la mortificazione emotiva del tifoso costretto ad assistere ad una sconfitta tra le peggiori degli ultimi anni, allo stesso tempo però non ci si può però esimere dal considerare che questo progetto nasce due mesi fa, e che esattamente sessanta giorni addietro se ci avessero raccontato che a questo punto del campionato il Taranto sarebbe stato primo, con una sola sconfitta sul groppone, avremmo firmato con il sangue. La voglia di ammazzare il campionato perché “noi siamo il Taranto” a piccole dosi è anche commestibile, lo psicodramma social dopo i pari di Galatina e Campi, onestamente no.

Accontentarsi quindi? No, ovviamente. Il tutto non può e non deve essere una giustificazione ma anzi deve rappresentare il punto di partenza con il quale giungere allo switch del mercato di dicembre, nel quale questa proprietà, che ha dimostrato di non farne mai un problema di danaro, dovrà intervenire sul mercato per rimediare agli errori compiuti in estate (uno su tutti Dammacco, vero e proprio equivoco della campagna acquisti jonica, ndr), e poi per inserire nel mosaico quelle tessere che mancano (vedi l’attaccante, piuttosto che un altro centrocampista pensante).
Perché non intervenire ora? Perché farlo adesso, oltre a restringere molto il numero di profili valutabili, finirebbe con il consegnare a Danucci calciatori non spendibili nell’immediato, ad un costo più elevato.

In soldoni, serve ancora una volta pazienza e fiducia in chi a mercato aperto sa bene che per quadrare il cerchio serviranno gli Hadziosmanovic, i Delvino ed i Di Paolantonio per alzare ancora il livello di una rosa che ha il compito blindare un campionato che non può sfuggire e di completare il primo step verso una rinascita vera. Calma, Taranto.

Don’t panic, Taranto.

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Dario Gallitelli
sport@studio100.it


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