Sabato, 22 Novembre 2025

Ex Ilva, Cdm approva il decreto per garantire la continuità produttiva. Oggi a Taranto fabbrica occupata e blocchi stradali

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Il Consiglio dei ministri, riunito nel pomeriggio, ha approvato un nuovo decreto per assicurare la continuità operativa degli impianti dell’ex Ilva. Il provvedimento autorizza Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria a utilizzare i 108 milioni residui del finanziamento ponte fino a febbraio 2026, scadenza prevista per la conclusione della gara per il nuovo aggiudicatario.
I restanti 92 milioni risultano già destinati a interventi sugli altoforni, manutenzioni, investimenti ambientali connessi alla nuova Aia e piano di ripartenza. Per i lavoratori è previsto inoltre uno stanziamento di 20 milioni per il biennio 2025-2026, con integrazione statale fino al 75% della cassa integrazione straordinaria.

Il decreto interviene anche sul fondo per gli indennizzi ai proprietari di immobili del quartiere Tamburi, consentendo che le somme residue del 2025 possano essere impiegate per integrare gli indennizzi parziali relativi alle domande presentate l’anno precedente. Infine, al gruppo AdI viene riconosciuto un indennizzo legato ai contributi per le imprese energivore, in particolare per gli sconti sulle forniture energetiche e per le quote ETS.

La giornata si è aperta con la protesta in tutti i siti del gruppo. A Taranto lo stabilimento è stato occupato: presidi ai cancelli, blocchi sulle statali Appia e 106 e traffico paralizzato.
Fim, Fiom, Uilm e Usb hanno proclamato uno sciopero immediato, attivo fino alle 7 di domani, e iniziative di mobilitazione anche negli stabilimenti di Genova, Novi Ligure, Racconigi e Salerno; nelle prossime ore toccherà a Milano, Paderno Dugnano, Marghera e Legnaro.

Nel pomeriggio il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha convocato per venerdì 28 novembre, a Palazzo Piacentini, un incontro unitario con le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali, le Regioni Puglia, Liguria e Piemonte e gli enti locali. Parteciperanno anche il ministro del Lavoro Marina Calderone e rappresentanti degli altri dicasteri competenti.
L’incontro si terrà in continuità con quello già fissato per Genova-Cornigliano e gli stabilimenti del Nord. Una modalità giudicata insufficiente dai sindacati di Taranto, che chiedono un confronto diretto a Palazzo Chigi e il ritiro del piano del governo. In serata, alla luce della convocazione, i lavoratori hanno comunque rimosso i blocchi sulle statali e il presidio davanti allo stabilimento.

Il sindaco di Taranto Piero Bitetti ha raggiunto il presidio principale, chiedendo un intervento diretto della presidente del Consiglio Meloni.
Dure le reazioni politiche: Salvini rivendica la necessità di “acciaio italiano”, Schlein parla di “punto critico” e chiede che Meloni assuma la guida del dossier. Bombardieri (Uil) accusa Urso di “portare l’Ilva alla chiusura”, mentre Renzi chiede le dimissioni del ministro e Calenda avverte: “Così l’impianto chiude in pochi mesi”.

I lavoratori insistono: “Non difendiamo solo un posto di lavoro, ma un patrimonio industriale del Sud. Ora il governo trovi la soluzione”.

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