Ex Ilva, Emiliano in senato: “Abbiamo parlamentarizzato la trattativa. Ora l’opposizione dica la sua”

Ex Ilva, Emiliano in senato: “Abbiamo parlamentarizzato la trattativa. Ora l’opposizione dica la sua”

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, è stato ascoltato oggi in audizione dalla Commissione Industria del Senato, nell’ambito dell’esame del decreto legge 92/2025 sul sostegno ai comparti produttivi. Al centro dell’intervento, il futuro dello stabilimento ex Ilva di Taranto e la trattativa in corso con il Governo.

“Abbiamo richiesto e ottenuto questa audizione per parlamentarizzare la trattativa in corso con il Governo”, ha spiegato Emiliano. “Due i punti fondamentali: i tempi e le modalità della decarbonizzazione. Siamo già riusciti a ottenere dal ministero il dimezzamento dei tempi: otto anni con forni DRI a riduzione diretta, che garantirebbero la centralità strategica di Taranto nel siderurgico nazionale; oppure sette anni con soli forni elettrici, che però non offrono la stessa capacità produttiva”.

Un altro tema affrontato è stato quello della nave rigassificatrice. “Non è questione di dire nave-sì o nave-no”, ha sottolineato Emiliano. “Se vogliamo i forni DRI, servono determinati quantitativi di gas, che possono arrivare anche tramite il Tap o da Viggiano in Basilicata. C’è una regola europea che vieta il finanziamento di opere per combustibili fossili, ma quando il gas è di transizione e serve alla decarbonizzazione, è inspiegabile perché non si possa estendere il Tap fino a Taranto. Così si eviterebbe la nave, che comunque garantisce maggiore flessibilità commerciale rispetto a un gasdotto”.

Emiliano ha poi lanciato un appello alle forze politiche d’opposizione. “Abbiamo chiesto ad Avs, Verdi-Sinistra Italiana, Cinque Stelle e Partito Democratico di esprimersi sull’ipotesi di accordo con il Governo. La competenza a firmare l’accordo spetta agli enti locali, ma trattandosi di un polo strategico nazionale è doveroso che anche i partiti si pronuncino. Non vogliamo raggiungere un’intesa con il Governo per poi trovarci la nostra stessa parte politica schierata contro”.
“È giusto che le forze di opposizione chiariscano subito, in modo pubblico, la loro posizione. La comunità tarantina ha il diritto di sapere quali sono le scelte delle singole forze politiche”, ha insistito Emiliano.

Il presidente ha quindi ribadito l’urgenza di concludere l’accordo: “Ci auguriamo di chiudere un’intesa che metta d’accordo tutti. Una cosa è certa: nessuna forza politica ci ha chiesto di programmare la chiusura della fabbrica. Questo significa che l’impianto deve restare aperto, e che l’accordo di programma va firmato. Senza l’intesa con il Governo, non è possibile proseguire l’attività industriale né avviare la decarbonizzazione che la Regione Puglia propone da dieci anni”.
Infine, Emiliano ha richiamato la responsabilità collettiva: “Siamo a un passo dalla decarbonizzazione, e anche chi era contrario oggi ha capito che quella della Regione era l’unica strada. Sarebbe assurdo far saltare tutto adesso, quando siamo vicini a superare l’incompatibilità degli impianti attuali con la salute umana, come ha evidenziato anche la Corte di Giustizia Europea”.

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