
15 Lug Rigassificatore a Taranto, 15 giorni per valutare la nuova bozza d’intesa.
“No alla nave in porto, sì a tecnologie pulite e salvaguardia del lavoro”, la linea degli enti locali.
Dopo il vertice al Ministero delle Imprese e del Made in Italy arrivano una battuta d’arresto sulla nave rigassificatrice e 15 giorni in più per analizzare la nuova bozza dell’accordo. Una fase di studio e confronto che coinvolgerà enti locali, tecnici e assemblee istituzionali del territorio.
Il bilancio dell’incontro di oggi in un video diffuso su Facebook da Piero Bitetti:
“Due giorni difficili, complessi”, ha raccontato Gianfranco Palmisano, presidente della Provincia di Taranto. “Ci siamo confrontati con tre ministeri e abbiamo ribadito la nostra posizione: difendere i cittadini, difendere la nostra terra. Una settimana fa il tavolo partiva con un out-out e una richiesta di firma immediata, oggi invece torna a casa con un accordo modificato e una finestra di tempo che ci consente di discutere e decidere come comunità”.
Piero Bitetti, sindaco di Taranto, ha aggiunto: “Abbiamo chiesto garanzie su tre fronti: salute, ambiente e occupazione. E abbiamo ottenuto un rinvio al 31 luglio per far esprimere il Consiglio comunale su una bozza che, lo diciamo chiaramente, contiene elementi di discontinuità”.
“Non si tratta solo di risarcire il danno ambientale, ma anche di costruire economie alternative. La fabbrica che vogliamo è nuova, senza carbone, e con tecnologie che rispettino la vita di chi lavora e di chi vive intorno”, ha sottolineato ancora Bitetti.
L’articolo 15 della bozza, frutto anche del confronto con i sindacati, rappresenta un passaggio importante secondo Palmisano: “Prevede impegni specifici per la salvaguardia dell’occupazione, inclusi strumenti di politica attiva e interventi normativi ad hoc. È una base, non un traguardo. Adesso tocca a noi decidere se e come firmare questo accordo”.
“Siamo stanchi, sì, ma determinati”, ha concluso Palmisano. “Non siamo tecnici, ma ci siamo messi a studiare: cos’è un DRI, come funziona un forno elettrico. Continueremo a farlo, con l’aiuto di esperti, per arrivare preparati a una scelta che stavolta non ci può essere imposta da Roma o da Bari”.