
27 Set Brindisi – Taranto, anche l’ASL conferma: sei calciatori contagiati da Salmonellosi
Ora è ufficiale: di sette calciatori dell’ SS Taranto che hanno fatto le analisi, sei hanno contratto la salmonellosi, come confermato dagli accertamenti medici eseguiti dall’ASL.
Gli esiti hanno dato quindi piena ragione al club rossoblù, che nei giorni scorsi aveva chiesto il rinvio del match contro il Brindisi, previsto per giovedì scorso. Tuttavia, la richiesta è stata respinta sia dalla LND Puglia che dalla società Brindisi, portando a una situazione controversa e, alla luce dei fatti, altamente irresponsabile.
Nonostante l’emergenza sanitaria in corso, la Lega e gli avversari hanno inteso in non rinviare la partita, spingendo di fatto per la sua disputa.
Da qui scaturisce la decisione del Taranto che, consapevole del rischio sanitario potenzialmente grave, ha scelto di non presentarsi, tutelando non solo i propri tesserati, ma anche i calciatori del Brindisi e la terna arbitrale.
La salmonella è un patogeno pericoloso, ad alta trasmissibilità in ambienti collettivi come spogliatoi e ritiri sportivi. Si parla di “battidemia” per indicare la capacità del batterio di diffondersi sistemicamente nell’organismo, provocando infezioni anche gravi, fino al collasso degli organi molli, come il cuore.
Uno degli aspetti più subdoli della salmonellosi è la possibilità di avere portatori asintomatici, che pur non mostrando sintomi evidenti, possono essere contagiosi e vulnerabili a complicanze improvvise, anche letali. Il rischio di collasso cardiaco in campo non è affatto remoto, soprattutto in presenza di sforzi intensi.
In soldoni, anche in assenza di sintomi conclamati, i calciatori colpiti dalla Salmonella avrebbero potuto contagiare gli altri. Alla luce di tutto ciò, appare oggi ancora più chiaro quanto sia stata grave e imprudente la decisione di non concedere il rinvio della gara. Il comportamento del Taranto, invece, rappresenta un esempio di responsabilità sportiva e sanitaria. Scegliendo di non disputare la partita, la società ha anteposto la salute degli atleti, degli avversari e dei direttori di gara al mero risultato sportivo.

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