Tragedia di Castel D’Azzano: tra le vittime dell’esplosione Marco Piffari, carabiniere nato a Taranto

Tragedia di Castel D’Azzano: tra le vittime dell’esplosione Marco Piffari, carabiniere nato a Taranto

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Era nato a Taranto il luogotenente Marco Piffari, uno dei tre carabinieri morti nella drammatica esplosione avvenuta a Castel D’Azzano, in provincia di Verona, durante un’operazione di sgombero. Aveva 56 anni ed era Comandante della Squadra Operativa di Supporto (SOS) del 4° Battaglione Veneto. Viveva in provincia di Padova e si era arruolato nell’Arma dei Carabinieri nel 1987.

Sebbene nato nel capoluogo pugliese, Piffari era cresciuto a Rezzato, in provincia di Brescia, dove si era trasferita la sua famiglia, originaria di Iseo. Il padre, Luigi, 85 anni, vive ancora nel comune bresciano, mentre la madre è scomparsa alcuni anni fa. Nel Bresciano vivono anche i suoi due fratelli: la sorella Michela, a Mazzano, e il fratello Andrea, a Padenghe sul Garda. Tutti i familiari si sono recati a Verona non appena appresa la notizia della tragedia.

Piffari, celibe e senza figli, aveva costruito una lunga carriera nei reparti mobili dell’Arma, diventando punto di riferimento operativo nel suo ruolo.

L’esplosione è avvenuta durante un blitz in un casolare alla periferia sud di Castel D’Azzano, dove tre fratelli – Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi – avevano occupato abusivamente l’immobile da anni, opponendosi allo sfratto. Secondo le ricostruzioni, i tre avrebbero saturato i locali con il gas, minacciando di far esplodere la casa: all’apertura della porta d’ingresso da parte delle forze dell’ordine, è avvenuta la deflagrazione che ha fatto crollare l’intera struttura.

Oltre a Marco Piffari, hanno perso la vita Valerio Daprà, 56 anni, brigadiere capo con qualifica speciale, operatore API del Nucleo Radiomobile di Padova, e Davide Bernardello, 36 anni, carabiniere scelto, operatore delle Aliquote di Primo Intervento.

Nell’esplosione sono rimasti feriti 11 carabinieri, tre poliziotti e un vigile del fuoco, attualmente ricoverati negli ospedali della provincia scaligera. Le loro condizioni non sarebbero gravi.

Franco Ramponi ha cercato di fuggire dopo l’esplosione ma è stato rintracciato e fermato poco distante. Gli altri due fratelli, Dino e Maria Luisa, sono ricoverati in ospedale sotto sorveglianza, in stato di fermo.

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Redazione
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