In una nota inviata alla stampa dalla segreteria della Fiom Cgil a firma di Giuseppe Romano e Francesco Brigati, si fa il punto sulla situazione legata alla bonifica amianto all’interno dello stabilimento siderurgico di Taranto. “Nonostante le attività di bonifica di amianto in Ilva – scrive la Fiom – siano state avviate nel 1995 e successivamente, nel 2003, in accordo a quanto previsto dall’atto di Intesa con Regione, Istituzioni e Sindacati sia stato avviato un piano di rimozione finalizzato alla riduzione progressiva e definitiva dell’amianto, allo stato attuale vi sarebbe ancora presenza di amianto nello stabilimento. Le attività di bonifica amianto sono pertanto tuttora in corso.
Nello specifico, gli interventi di bonifica amianto effettuati dal 2003 al 2015 sono stati circa 1.700.
Francesco Brigati e Giuseppe Romano della Fiom sostengono che le attività di bonifica amianto in Ilva non riguardano esclusivamente il materiale censito, poichè secondo i sindacalisti, potrebbe accadere che il personale, durante attività manutentive, si trovi in presenza di materiale contenente amianto. Tale situazione potrebbe implicare una potenziale esposizione dei lavoratori a materiali contenenti amianto.”
“La FIOM CGIL ribadisce, in conclusione del documento, la necessità di conoscere non solo la mappatura ma anche il piano di bonifica, incluso il cronoprogramma, i tipi e lo stato dell’amianto, i procedimenti applicati per la bonifica, il numero e i dati anagrafici degli addetti, le caratteristiche degli eventuali prodotti contenenti amianto e le misure adottate e in via di adozione ai fini della tutela della salute dei lavoratori e dell’ambiente, al fine di verificare la necessità di estendere i benefici previdenziali.
La FIOM CGIL ritiene indispensabile aprire un tavolo di confronto con il Governo, le istituzioni locali (ASL e ARPA), la Regione Puglia e i Commissari per definire un cronoprogramma per la bonifica di amianto e verificarne il rispetto, analizzare le eventuali criticità correlate alla individuazione di amianto non censito, sia per l’eventuale l’esposizione al rischio dei lavoratori sia per il rischio ambientale, e verificare la corretta attuazione di tutte le misure necessarie alla tutela e salvaguardia della salute e sicurezza di tutti i dipendenti dello stabilimento Ilva di Taranto.”