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CASO ILVA, MELUCCI SCRIVE A DI MAIO

In Puglia una presunta base operativa di una cellula terroristica che avrebbe progettato attentati. Fermate a Bari tre persone, altre due sono ricercate, stando a quanto si apprende, farebbero parte di una associazione con «finalità di terrorismo internazionale, in Italia e all’estero, avrebbero messo in piedi in Italia una rete di sostegno logistico di una organizzazione eversiva di matrice confessionale, con ogni probabilita’ collegata all’Isis, all’emirato Islamico dell’Afghanistan e di Al Qaeda». I Carabinieri hanno messo a segno un’operazione antiterrorismo, individuati un 23enne afghano accusato di terrorismo internazionale, l’uomo era ospitato nel Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Palese, fermato un altro afghano trentenne, accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, domiciliato presso Borgo Libertà a Cerignola, ed un 24enne pakistano, residente a Bari, ma fermato a Milano nei pressi della stazione di Porta Romana. I due ricercati per terrorismo risultano domiciliati presso il Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Bari-Palese, secondo gli inquirenti potrebbero essere tornati in Afghanistan. Tutti hanno ottenuto il permesso di soggiorno e la protezione umanitaria.
Le indagini della Direzione distrettuale antimafia di Bari, si sono avvalse di intercettazioni telefoniche.
Gli indagati, secondo l’accusa, “avrebbero dato sostegno a soggetti disponibili a compiere azioni suicide o azioni combattenti nell’ambito di paesi stranieri, ed in particolare in Irak e Afghanistan.
Le indagini avviate nel dicembre scorso quando i Carabinieri sono intervenuti presso l’Ipercoop di Bari per la segnalazione di 4 stranieri sospetti. Uno di loro stava facendo un video del centro commerciale con il cellulare. Nel suo telefono, poi sequestrato, gli investigatori hanno trovato anche un video dell’area interna dell’aeroporto di Bari-Palese. Foto e video trovati nei cellulari degli indagati «non avendo nessun valore turistico possono essere lette – secondo la Procura di Bari – come sopralluoghi da parte della cellula per compiere attentati»
Immagini di armi, di militanti talebani, file audio scaricati dal web con preghiere di matrice islamica radicale, video con tributi ai parenti e amici detenuti nel campo di prigionia di Guantanamo sono solo alcuni dei documenti trovati nei telefoni dei fermati a Bari.
Tra le immagini trovate nei telefonini dei fermati ci sono anche il Circo Massimo e il Colosseo nella capitale. Gli inquirenti ritengono che, «l’organizzazione predisponeva, mediante l’ispezione dei luoghi con video e foto, attentati terroristici presso aeroporti, porti, mezzi delle forze dell’ordine, centri commerciali, alberghi, oltre che altri imprecisati attentati terroristici in Italia e Inghilterra. Le foto dei cosiddetti obiettivi sensibili, come aeroporti e porti, «sono elementi significativi, ma il fatto che fossero già pronti per fare attentati è un passo ulteriore non dimostrato, ma certo si stavano preparando» ha dichiarato in conferenza stampa il pm della Dda di Bari Roberto Rossi che insieme con il procuratore Giuseppe Volpe ha coordinato le indagini.

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