Da due giorni alla centrale operativa dei vigili del fuoco di Taranto giungono numerose telefonate che segnalano la presenza di un forte odore di gas specie nei quartieri Paolo VI, Tamburi e nella città vecchia. In mattinata odierna Eni informa che sono stati immediatamente attivati tutti i necessari controlli operativi, in aggiunta a quelli quotidianamente svolti, a presidio di tali fenomeni. Le verifiche effettuate hanno escluso problematiche odorigene in tutta l’area di pertinenza della Raffineria Eni, ivi compreso il pontile e il campo boe.
Sulla vicenda si registrano intanto gli interventi del consigliere regionale Renato Perrini che scrive all’Arpa e dell’USB che chiede agli enti preposti di intervenire.
“Ancora ignote le cause del cattivo odore che da due giorni aleggia su Taranto”, afferma il Consigliere Regionale Perrini di Direzione Italia, “anche se la causa non è ancora certa. I primi sentori già da ieri mattina, miasmi, come di fogne, ma estesi per interi quartieri, probabilmente portati dal vento che tira verso la città. La situazione, nella giornata, non è migliorata, anzi. E questa mattina, al risveglio, i Tarantini si sono svegliati nuovamente immersi nella medesima situazione. Penso sia doveroso”, conclude Perrini, “da parte dell’Arpa, nonostante le sollecitazioni, di risolvere immediatamente il problema o quanto meno capire la provenienza, Taranto non può ancora essere una comunità lacerata ed offesa. Sono vicino a questa gente”.
Francesco Rizzo dell’USB chiede “agli enti preposti (come Arpa Puglia, Pompieri, Carabinieri del Noe) ed infine alla massima autorità cittadina responsabile della salute pubblica, il sindaco Rinaldo Melucci, di intervenire, individuare la fonte ed infine agire affinché i cittadini non siano più martoriati in questo modo. Oggi stesso stiamo formalizziamo la nostra richiesta. Non dimentichiamo che anche per questi episodi il nostro Stato è stato condannato per violazione dei Diritti. Una mamma che non può uscire di casa con i propri figli, che non può aprire le finestre; sono tutti esempi che rappresentano la violazione dei diritti delle persone. Ogni soggetto istituzionale o politico – conclude Rizzo – nelle sue responsabilità e nelle more delle proprie competenze, deve intervenire. Taranto non può rimanere sotto scacco di queste emissioni”.
