Carmela Casula sostituirà franco Sebastio in consiglio comunale.infatti, all’ex procuratore della repubblica sono andate le deleghe alla cultura e alla legalità e in quanto assessore, come prevede la legge, ha dovuto rassegnare le dimissioni.
Lavori del consiglio che hanno dovuto fare i conti con la calura eccezionale, con l’esiguità degli spazi e con l’irrazionalità complessiva della struttura di una sede che non è stata costruita per accogliere i lavori di un’assemblea complessa come un consiglio comunale con i relativi servizi e collaboratori e con il pubblico.
Consiglio comunale che ha affrontato lo snodo dellle commissioni comunali e che ha registrato una presa di posizione , da parte di Piero Bitetti, non allineata alla maggioranza. Del resto proprio in un suo comunicato diffuso ieri alla stampa L’associazione Taranto bene comune tra l ‘altro stigmatizzava la scelta di Franco Sebastio quale assessore.
Domani intanto si terrà nel pomeriggio l’ultima giunta prima di ferragosto nel corso della quale saranno affrontati sicuramente temi di attualità e le numerose vertenze che oggi in consiglio erano avidenziati dai lavoratori della pasquinelli in affanno per le notizie che riguardano la loro situazione occupazionale.
Molto lavoro dunque per l’amministrazione MELUCCI che ha ereditato da quella Stefano una lunga serie di fatti non conclusi e di fascicoli colpevolmente mai aperti e affrontati.
Infine un parere del tutto personale. Mettere ordine al girovagare tra uffici ma anche nei banchi della massima assise comunale ci sembra cosa buona. Controllare chi entra e perchè, regolarizzare afflussi di gente spesso immotivati non è soltanto un problema di sicurezza, riconsegna dignità ed autorevolezza a luoghi e funzioni e consente a chi ci crede di lavorare per rimettere al centro dei rapporti politici, umani e sociali un sistema di regole condivise e fatte rispettare. Poi il diritto di critica anche polemica diventerà anch’esso più autorevole e forte distinguendosi così da certe derive alle quali negli ultimi tempi sinceramente abbiamo dovuto assistere.
Di Walter Baldacconi
