“E’ sconcertante il silenzio e ancor peggio l’immobilismo del ministro dell’Ambiente Sergio Costa sull’Ilva di Taranto. Neanche di fronte alla denuncia di Peacelink sull’aumento dell’inquinamento a Taranto il ministro si degna di rispondere, nonostante questi dati fossero a conoscenza del ministro da parecchio tempo. E’ lo stesso silenzio che dura dal 6 luglio 2018 quando, in seguito alla mia richiesta di procedere all’eliminazione dell’immunità penale ad Arcelor Mittal, il Ministro rispondeva di aver richiesto un parere al suo ufficio legislativo: sono passati 8 mesi e il parere ancora non c’è.” Così in una nota il coordinatore dell’esecutivo dei Verdi angelo Bonelli, che prosegue: “Nel frattempo in questi mesi il ministro ci ha inondato di dichiarazioni e interviste impegnandosi ad eseguire controlli severi, e promettendo che tutto sarebbe migliorato. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: a sollevare la legittimità costituzionale dell’immunità è stato il tribunale di Taranto e non il ministro dell’ambiente che avrebbe dovuto proporre una norma per abrogarla. Il dramma di questo Paese è che abbiano un ministero controllato dal vicepremier Di Maio.”
“Nel frattempo l’inquinamento a Taranto in un anno è raddoppiato, nell’inconcepibile silenzio del ministro dell’Ambiente. A questo punto Costa ci risparmi il suo solito fiume di parole contraddittorie come ha fatto nel caso del condono edilizio, i fanghi tossici in agricoltura, le trivellazioni e tutte le promesse infrante dal M5S. Servono fatti e risposte certe, le parole e gli ingannevoli annunci lasciamoli a chi è ormai diventato politico di professione, come Di Maio & Di Battista che erano andati in campagna elettorale a promettere di chiudere le fonti inquinanti e di eliminare l’immunità penale: hanno fatto il contrario.”
