Un’ulteriore proroga di sei mesi per la gestione della “Borsci” di Taranto. Ora le organizzazioni sindacali di categoria sono seriamente preoccupate.
L’esito della trattativa di ieri, martedì 19 aprile, negli uffici del servizio Controversie collettive alla Provincia di Taranto, ha infatti lasciato l’amaro in bocca ad Antonio Trenta ed Ida Cardillo, segretario generale e componente della segreteria della Uila Uil di Taranto.
I produttori del “Vecchio Amaro del Capo” continueranno a gestire per altri sei mesi l’azienda di liquori fino al prossimo ottobre. Ma per il sindacato di Trenta questa non è certamente una garanzia del fatto che le attività della storica industria ionica resteranno sul territorio. Anche perché, delle tre candidate alla gestione della Borsci, ne sono rimaste solo due. Una ha ritirato la sua proposta.
“Quando sei mesi fa fu concessa la prima proroga – spiega Trenta – noi l’accogliemmo con favore, chiedendo però che questo tempo fosse sfruttato al meglio per trovare una soluzione definitiva. Così però di fatto non è stato. E, tra i due pretendenti rimasti in gioco, ovvero il gruppo Caffo ed i produttori dell’Amaro Lucano, solo il primo ha già garantito l’intenzione di mantenere sul territorio le attività produttive dell’industria di liquori”.
Secondo la Uila Uil, da troppo tempo questa vertenza è in stand by. “Non registriamo passi in avanti – stigmatizza Cardillo – e questo impedisce all’azienda di ripartire come dovrebbe. Anche perché ci sono investimenti limitati”.
Il segretario Trenta rinnova ancora una volta il suo appello alle istituzioni: “Mi rivolgo in particolare al sindaco di Taranto, Ezio Stefàno, ed al presidente della Provincia, Martino Tamburrano. Si attivino in tutti i modi possibili perché l’azienda possa restare sul territorio. La perdita della Borsci non sarebbe solo un grosso danno dal punto di vista del prestigio per la nostra realtà, dove quest’industria esiste da sempre, ma anche un serio problema di carattere economico e sociale, considerando che non possiamo permetterci, in questo momento più che mai, di rinunciare anche ad un solo posto di lavoro”.
Come si ricorderà, il gruppo Caffo ha portato avanti le attività nello stabilimento dello storico elisir ionico negli ultimi due anni e mezzo.