Vai al contenuto

RICORSO PORTO DI TARANTO, IL TAR DA RAGIONE A YILPORT

Incontro a Roma tra sindacati e commissari Ilva, presso il centro congressi. Presenti anche Francesco Rizzo (USB Taranto), Emilia Papi e Pierpaolo Leonardi (entrambi USB nazionale). “Contrariamente a quanto ci aspettavamo, hanno fatto una fotografia della situazione senza entrare nello specifico anche sulla questione sicurezza. Ci sono sembrati distanti anni luce dalla realtà – spiega Rizzo -. Un incontro formale. Elencati gli investimenti che sarebbero stati effettuati sull’impianto tarantino. Hanno affermato che è stato realizzato l’80% dei lavori dell’AIA e che per quanto riguarda la manutenzione lo stato degli impianti è buono. A tal proposito, prosegue Rizzo, abbiamo dimostrato che sono stati realizzati solo i lavori più semplici, perché il grosso dell’AIA sarebbe fermo. E con una serie di fotografie alla mano, di come all’interno dello stabilimento molti impianti non sono in sicurezza, dalle vie di corsa dei carriponti delle acciaierie alle palazzine della cokeria e dell’aria ghisa. Inoltre abbiamo sottolineato come sulla questione appalto l’azienda ha fatto passi indietro notevoli perché non ha mai nominato un referente. Abbiamo chiesto che venga effettuata una regolamentazione che stabilisca che chi viene a lavorare all’Ilva non può avere né contratti part time, né a scadenza, perché l’Ilva di Taranto è la fabbrica più grande di Europa per dimensione e per numero di lavoratori, ma è anche molto pericolosa (e le morti per infortuni lo dimostrano ampiamente) e non credo – aggiunge Rizzo- sia logico far entrare lavoratori che hanno formule contrattuali precarie e subiscono ricatti giorno per giorno.
Sulla questione vendita tutto rimandato al primo trimestre 2017”. La discussione si è animata quando Pierpaolo Leonardi dell’esecutivo nazionale USB ha fatto notare la posizione burocrata assunta nei confronti della morte del lavoratore venticinquenne all’Ilva. “E’ sembrato come se volessero glissare l’argomento, trincerandosi dietro il lavoro della Magistratura – continua Rizzo – . Un atteggiamento inammissibile. Il fatto è accaduto perché, come ormai diciamo da tempo, non sarebbero applicate le regole di sicurezza. Sulla questione Rizzo (USB) ha personalmente rivolto una domanda: “supponendo che a Giacomo Campo avessero detto di fare un’operazione pericolosa, secondo voi, abitando in una città con il 40% di disoccupazione e avendo un contratto a termine, avrebbe potuto rifiutarsi?”

Lascia un commento