Allocuzione di monsignor Filippo Santoro
arcivescovo Metropolita di Taranto
al termine della processione del Corpus Domini in Piazza della Vittoria.
Cari fratelli e sorelle,
nutrendoci di Gesù noi non possiamo che non avere i suoi stessi sentimenti. ed è praticamente impossibile non aprire gli occhi sulle necessità di ognuno. Egli si aspetta da noi almeno i cinque pani e i due pesci e la volontà di distribuirli alla folla perché nel gesto della condivisione egli moltiplichi e sazi ciascuno.
Ci sta a cuore infatti questa amata città con tutte le sue problematiche. Anche noi, non perdiamoci di coraggio, sebbene tante volte ci sentiamo impotenti di fronte alle sfide tarantine. Sono particolarmente preoccupato per i continui episodi di criminalità che stanno turbando la quiete cittadina. Chiedo a coloro che ne hanno facoltà di intensificare il loro ed il nostro comune impegno per la tutela della legalità e la sicurezza. Alle piaghe che conosciamo e che sono bene note non possiamo aggiungere l’aggravante di un crescente degrado umano, sociale ed urbano. Ricordiamo ancora i lavoratori di Isola Verde e il flusso dei migranti che continua e continuerà a raggiungere la nostra terra. Preghiamo per loro , sosteniamoli e accogliamo i nostri bisognosi come quelli che lasciano disperati la loro terra. E non arrendiamoci all’inquinamento dell’aria, della terra e del mare. Ed ancora non assistiamo inerti secondo quanto riferiscono dalla Asl all’uso da parte di giovani e persino ragazzi di cocktail a base di superalcolici dentro e fuori i locali. Parafrasando ancora una volta il Vangelo odierno, si devono distribuire i propri cinque pani e due pesci, se si vuole il miracolo: occorre cominciare almeno dalla pulizia delle strade, da un ritrovato senso civico e dal controllo serrato per scoraggiare rapine e sparatorie. Ma soprattutto è necessario sviluppare una cultura della legalità in cui conta sin da piccoli il lavoro ed il merito, il dovere fatto con dignità e non il prevaricare facendo i furbi o subendo legami di una avvilente dipendenza. O tirare a campare coltivando solamente il proprio interesse. L’Eucarestia è dono, è solidarietà è comunione; per questo ci interessa la vita della società.
L’Eucarestia che è il Pane della Comunione ci aiuti a riscoprire il nostro senso di appartenenza e di identità. Questo Sacramento ci fa diventare un unico popolo e prego perché questo Pane azzimo che è posto alla nostra adorazione smaltisca da noi i lieviti cattivi dell’ignavia, del tornaconto personale, dell’autoreferenzialità e della cultura del lamento. Questo Pane che è al contempo pane dei poveri e degli angeli ci aiuti a pensare un futuro solidale per la nostra città. Senza ricorrere a tanti piccoli aggiustamenti di fortuna, Taranto non si accontenti, ma punti in alto per amore di questa terra e dei suoi figli. Non possiamo giocare a ribasso quando il buon Dio cha messo nelle nostre mani tanta bellezza e tanta storia. Cominciamo dall’educazione umana e sociale dei nostri bambini e ragazzi e lavoriamo perche si siano persone che non mettano in primo luogo il loro interesse particolare, ma siano appassionate al bene comune nella società, nella economia e sin anche nella politica.
Il pane spezzato ci fa rendere grazie a Dio e ai fratelli. Per questo motivo prima di impartire la benedizione silenziosa, vorrei che i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e le religiose, gli ammalati e tutti gli uomini e donne di buona volontà si sentissero destinatari della mia gratitudine, quella del vostro vescovo, al termine di questo anno pastorale, che è ricco di tanti buoni frutti. Il Signore ci da di vivere in una Chiesa viva e bella e di questo dobbiamo ringraziarlo e lodarlo.
E continuiamo così il nostro giubileo della misericordia. Seguendo il giubileo di San Cataldo, il giubileo della città, varie categorie si preparano a celebrarlo: gli sportivi, la gente del mare, la cultura e l’arte e così via.
I lavori della nostra opera-segno nel Giubileo della Misericordia, la casa dell’accoglienza di Palazzo Santacroce, procedono e dobbiamo tenerla sempre presente nel nostro impegno e soprattutto nella nostra preghiera.
Ora guardiamo a Lui, sentiamone la presenza, accogliamone il dono, viviamo la grazia di essere da Lui cercati amati e salvati.
Alla nostra città e a voi tutti la benedizione del Signore risorto, vivo e presente; nostra vita e nostra speranza.
+ Filippo Santoro
Arcivescovo