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TARANTO IMBATTUTO ANCHE A CERIGNOLA NEL BIG MATCH

Ripreso oggi il processo Ambiente Svenduto, una seduta che ha decretato in poco tempo il rinvio dell’udienza al prossimo 18 luglio. E’ stata infatti accolta la richiesta di rinvio di Fabio Riva per gravi motivi di salute ed è quindi impossibilitato a presenziare in aula. L’istanza è stata dunque accolta dalla Corte d’Assise, presieduta da Michele Petrangelo, ed ha spostato il prossimo appuntamento al 18 luglio. In calendario poi, dopo la sosta estiva, tre udienze alla settimana a partire da settembre.
Ricordiamo che per il processo sono 47 gli imputati, (44 persone e 3 società) accusati, tra gli altri reati, di disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari, corruzione e concussione. Alla sbarra i rappresentanti della famiglia Riva, dirigenti ed ex manager dello stabilimento Ilva, politici, considerando inoltre circa mille parti civili costituite a processo. Tra queste, lo ricordiamo, anche la regione Puglia. Un segnale ribadito nella scorsa udienza di maggio con la presenza in aula del presidente Michele Emiliano.
Tra le parti civili anche Confagricoltura Taranto che in un comunicato stampa scrive: “la nostra organizzazione ha scelto di rappresentare i propri associati ma anche il settore dell’agricoltura che riteniamo abbia subito una grave penalizzazione in termini di immagine e di concreti danni economici ed ambientali”.
Intanto, sempre sul fronte Ilva, da sottolineare le dichiarazioni del ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda a Radio 24 che, parlando delle trattative per la successione del siderurgico, ha sottolineato che “Verranno giudicate le varie cordate che si stanno formando, ma soprattutto verrà valutato se il piano ambientale presentato dalle stesse cordate sia accettabile. E’ inaccettabile – ha spiegato il ministro – che in un paese moderno ci sia questa dicotomia tra lavoro e ambiente”.
Da registrare inoltre una nota dell’ordine dei medici della provincia di Taranto in merito all’ultimo decreto dell’Ilva. I medici scrivono: “Appare stridente il contrasto tra un allarme evidenziato dai colleghi del registro tumori e dalla Asl in merito alle ricadute in termini di salute degli insediamenti industriali e l’impianto di un decreto che – si legge – sembra più preoccupato dei destini dell’azienda che non della salute dei cittadini.”
di FABRIZIO CAFARO

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