Ex Ilva. La protesta degli operai esce dalla fabbrica e arriva sulle strade
La protesta degli operai ex Ilva lascia la fabbrica e si sposta sulla Statale 100, dove è in corso un presidio permanente. Dopo lo sciopero scattato a mezzogiorno all’interno dello stabilimento, la mobilitazione è uscita dai cancelli per contestare il piano presentato dalla gestione commissariale, definito dai sindacati un vero e proprio “piano di chiusura”.
Secondo Fim, Fiom, Uilm e Usb, il silenzio del governo su una vertenza considerata strategica per il Paese confermerebbe l’assenza di una reale volontà di rilanciare l’acciaieria e di portare avanti il processo di decarbonizzazione atteso da anni da lavoratori e cittadini.
«Non smobilitiamo – dichiarano le sigle – resteremo in presidio sulla Statale 100 finché non arriveranno risposte».
Lo sciopero è iniziato dalla Direzione con presidi dentro e fuori lo stabilimento e il blocco dei binari tra area ghisa e acciaieria. L’arresto dei carri siluro ha causato il fermo dell’Afo 4 e, per evitare possibili emissioni impreviste legate allo stop improvviso, la protesta è stata spostata nell’area spedizioni.
Nel pomeriggio il Consiglio di fabbrica ha deciso di portare la mobilitazione sulla Statale 100, dove i lavoratori hanno avviato un presidio a oltranza.
I sindacati annunciano inoltre l’intensificazione delle iniziative di lotta, chiedendo una convocazione immediata a Palazzo Chigi in un tavolo unico nazionale per il ritiro del piano contestato.


